Cosa si intende quando si parla di Bilinguismo? 

Il bilinguismo e’ l’abilità di comprendere e/o utilizzare due o più lingue. Il termine quindi comprende “multilinguismo”, ovvero la conoscenza e/o l’uso di lingue diverse. 

Un individuo bilingue non deve avere necessariamente uguale fluenza in entrambe le lingue.

Inoltre, una persona bilingue e’ in grado di utilizzare una lingua rispetto ad un’altra a seconda del contesto e dello scopo, ad esempio nel contesto familiare o scolastico. Una persona bilingue puo’ quindi non avere le medesime abilita’ comunicative in entrambe le lingue. 

Il Bilinguismo non e’ un disordine e non vi e’ evidenza scientifica per cui il Bilinguismo causi o contribuisca ad alcuna difficolta’ di linguaggio o comunicazione. 

Il linguaggio e’ fondamentale per l’identita’ di una persona, rappresentando la cultura ad esso annessa. E’ quindi fondamentale rispettare e valorizzare l’identita’ multilingue dell’individuo. 

  • L1 e L2

Quando si parla di Bilinguismo/Multilinguismo, si tratta di L1 e L2. 

Con L1 si intende la Lingua principale a cui la persona e’ esposta. Invece, con L2 si intende la lingua a cui l’individuo e’ stato esposto successivamente e viene principalmente appresa in ambiente scolastico. 

Solitamente, con L1 si intende la “lingua madre”; tuttavia, una porzione della popolazione bilingue impara due lingue nello stesso momento. Anche in queste circostanze, e’ importante ricordare che non vi e’ un perfetto equilibrio tra le lingue apprese.

  • Tipi di Bilinguismo e “fase silente”

All’interno del capitolo del Bilinguismo, e’ importante riconoscere due tipi principali: simultaneo e sequenziale.

Il bilinguismo simultaneo si presenta quando un individuo e’ esposto a due o più lingue a partire dalla nascita. “Simultaneo” tuttavia non significa esposizione eguale in tutte le lingue. Si parla di bilinguismo sequenziale quando una lingua e’ acquisita successivamente all’esposizione a L2. Questo accade principalmente in ambiente scolastico, quando i bambini vengono esposti ad una lingua differente da quella utilizzata in ambiente familiare.

Nel momento in cui un individuo viene introdotto nel sistema scolastico dove gli adulti ed i coetanei parlano una lingua differente, ci potrebbe essere una “fase silente”. 

Durante questa fase, gli individui realizzano che la comunicazione nella loro lingua madre non e’ possibile ed iniziano il processo di acquisizione di L2. La “fase silente” e’ quindi un processo naturale nell’acquisizione di una seconda lingua. 

La letteratura scientifica suggerisce che se questa fase perdura per piu’ di un mese dall’esposizione a L2, e’ importante rivolgersi ad un professionista. Tuttavia, ci sono altri studi che suggeriscono che questa fase possa prolungarsi per sei mesi fino ad un anno. E’ importante tuttavia seguire suggerimenti dei professionisti su come supportare l’individuo in questa fase per favorire lo sviluppo comunicativo. 

  • Gli effetti del Bilinguismo sui sistemi neurali

L’esposizione a più di una lingua rappresenta una grande risorsa: numerosi studi hanno cercato di investigare gli effetti del bilinguismo sui sistemi cognitivi e neurali con risultati sorprendenti. 

Numerose ricerche hanno dimostrato una forte correlazione tra bilinguismo e un efficace controllo cognitivo. Nel cervello di una persona bilingue, entrambe le lingue vengono attivate contemporaneamente (language co-activation): la costante necessita’ di gestire l’attenzione fra le 2 lingue ed di selezionare il magazzino linguistico corretto a seconda del contesto e dell’interlocutore (codeswitching), determina il rafforzamento dei meccanismi di controllo. Parlatori bilingue mostrano, infatti, una maggiore capacità di ignorare informazioni irrilevanti: il bilinguismo permette di sviluppare una maggiore concentrazione e tolleranza ai “distrattori”.

Tecniche di neuroimaging hanno inoltre permesso di evidenziare che l’apprendimento (e l’uso) di due o più lingue durante il corso della vita, stimolando aree cerebrali implicate nel processamento del linguaggio e nelle funzioni esecutive, si traduca in un aumento dei volumi e degli spessori corticali in tali regioni.

  • Protezione contro il declino cognitivo

Quando l’apprendimento di una seconda lingua avviene in età adulta, la capacità di cambiamento neuroplastico sembra essere più limitata: un’efficace acquisizione della seconda lingua potrebbe necessitare di più tempo ed impegno.

Tuttavia, gli effetti del bilinguismo non si presentano soltanto in eta’ evolutiva: uno studio condotto dall’Universita’ di York ha dimostrato che il bilinguismo contribuisce a rafforzare la riserva cognitiva e, pertanto, puo’ ritardare la comparsa di sintomi precoci in pazienti con morbo di Alzheimer. Questi risultati sembrano suggerire che il bilinguismo svolga un’azione protettiva nei confronti del deterioramento cognitivo.  

A cura di Cecilia Brogi e Nicole Luciana Zocchi