La disfonia è un disturbo della voce, che riguarda sia adulti che bambini, che provoca un calo della voce ripetuto o persistente. Questo può portare ad un costante fastidio, difficoltà nella comunicazione, nelle relazioni sociali e affaticamento. Le cause possono essere organiche o funzionali.

-disfonie organiche, se correlate ad alterazioni morfologiche (es. polipo laringeo) o di motilità della laringe (es. paralisi cordale)

-disfonie funzionali, quando non correlate ad alterazioni organiche, quindi quando si fa un uso errato della voce e si altera la sua funzione. (es. noduli cordali)

I sintomi di una disfonia possono comparire improvvisamente o insorgere nel tempo ed aggravarsi progressivamente. Possono essere isolati e solo di tipo vocale o accompagnarsi ad altri sintomi, tra essi il più frequente tosse e mal di gola, ma comuni sono anche il senso di corpo estraneo faringeo, la necessità di schiarire la voce e deglutire. (Silvia Magnani, 2015)

Approfondiamo ora le disfonie funzionali che possono facilmente colpire chiunque usi male il proprio apparato vocale ma soprattutto i  “professionisti della voce” cioè chi usa le propria voce per lavoro, in modo costante e prolungato, magari in ambiente rumoroso (insegnanti, avvocati, trainer, rappresentanti, parrucchieri, telefonisti, etc).

La disfonia funzionale accade: quando si attuano abitudini comunicative scorrette  o quando si fa un uso eccessivo della voce.

Ecco alcune modalità che mettono a rischio la nostra voce (Silvia Magnani, 2015):

1. parlare a intensità elevata (come accade quando si conversa in un locale pubblico)

2. utilizzare modalità di messa in voce traumatiche per le corde vocali, come i colpi di glottide, gli attacchi duri, tesi (ciò spontaneamente viene fatto per impartire un ordine, quando ci spaventiamo, se siamo troppo emozionati, ecc.)

3. parlare utilizzando una frequenza innaturale, cioè troppo acuta o troppo grave (come accade gridando o urlando o in alcune situazioni emotivamente colorate)

4. parlare in situazioni di postura non corretta (ad esempio con il capo esteso)

5. parlare in situazioni in cui non è possibile un buon rifornimento aereo (ad esempio rimanendo flessi sul tronco)

6. parlare mentre si sta compiendo un importante sforzo fisico.

Nel caso si sia preoccupati per la propria voce, è bene riferirsi immediatamente ad uno specialista, in questo campo sono il medico ORL o foniatra che farà un esame obiettivo dell’apparato fonatorio e il logopedista che individuerà un progetto riabilitativo finalizzato all’insegnamento minuzioso dell’uso della voce in ogni suo aspetto e al riconoscimento dell’utilizzo inadeguato e pericoloso eventualmente presente.

L’intervento logopedico comprenderà due aspetti: serie di esercizi attuati in situazioni pratiche di apprendimento e counselling mirato alle esigenze e condizioni specifiche del paziente.

Le categorie di esercizi proposti comprendono: autopercezione corporea e rilassamento, educazione respiratoria, educazione ritmica e prosodica, educazione postulare, educazione della fonoarticolazione.

Di solito un progetto riabilitativo comprende 8 sedute, quindi circa due mesi, con una seduta alla settimana che dura circa 1 ora. Alla fine delle 8 sedute, si decide se continuare settimanalmente oppure programmare sedute di controllo e verifica. E’ importante che in questo percorso sia presente un dialogo continuo e aperto tra logopedista e paziente in modo che il paziente si senta libero di raccontarsi e raccontare l’ “avventura della sua voce” e il logopedista di conseguenza, possa adattare gli esercizi e il counselling al paziente.

(A cura della logopedista, Mariavittoria Vallarino)